Addio a Paolo Meucci. Non era un “volto noto”, ma molto di più. Paolo era un grande giornalista televisivo che lavorava dietro le quinte, uno di quei maestri colti e schivi che aveva segnato – con la sua competenza, con il suo stile, con la sua grande conoscenza delle produzioni internazionali – tanti decenni di informazione tv, soprattutto al Tg2 fin dalla sua fondazione e dove aveva prodotto e guidato i più importanti format di inchiesta e di approfondimento, come Dossier.
Paolo era un maestro della penna, delle immagini e del montaggio, e ha trasmesso la sua sapienza giornalistica a più generazioni di cronisti e di inviati. Per tanti anni è stato uno dei principali punti di riferimento della nostra Scuola, era il docente di giornalismo televisivo e sapeva insegnare, soprattutto, l’arte del “long form”, uno dei pochi, grandi maestri dell’informazione televisiva che non resta sulla superficie, che indaga, che documenta con le vive voci e le vive immagini della complessità.
Uomo di rara eleganza intellettuale, di gusto e di ironia, senza pregiudizi, di mente aperta, negli ultimi anni si era ritirato circondato dagli affetti della famiglia e degli amici. Ciao, Paolo.