Scaletta della puntata del 16 aprile 2014

Introduzione Carlo Freccero

A questo punto dò la parola a Carlotta Balena che ha analizzato il tema del nostro format. La manipolazione: cos è, dove si nasconde e perché. È questo quello che cercheremo di capire in ogni nostra puntata di questo format.

Carlotta Balena: La manipolazione avviene sul contenuto ma anche sulla forma, passa sia per il cosa viene detto sia per il come viene detto. Una notizia può essere deliberatamente falsificata, la si può dare solo in parte, si può scegliere di non dirla proprio, o dirla con un linguaggio criptico, difficile da capire. Se il pubblico non capisce, non sa, non conosce di cosa stiamo parlando. E non è informato.

I media hanno il potere di suggerire ai cittadini intorno a che cosa pensare, ed offrono una lista di argomenti sui quali avere un’opinione e discutere. In altre parole direzionano l’opinione pubblica.

Quello su cui però bisogna riflettere è il fatto che per essere veramente efficace, la manipolazione implica sempre un coinvolgimento attivo del pubblico.

SERVIZIO CARLOTTA BALENA, LA MANIPOLAZIONE …………………………1

Naturalmente oggi parliamo di Ucraina e per affrontare questo tema abbiamo voluti avere con noi degli esperti, Lucio Caracciolo, direttore della più grande rivista di geopolitica italiana, Limes, e Sergio Romano, ambasciatore italiano in Russia, oggi firma del Corriere della Sera.
Due attenti osservatori della realtà, a abbiamo scelto di affiancare quella di altri due grandi interpreti della modernità, dalle visioni del tutto contrapposte.
Edward Nicolae Luttwak, economista, politologo e saggista conosciuto per le sue pubblicazioni sulla strategia militare e politica estera. E ancora Giulietto Chiesa, giornalista ed esperto di tesi complottistiche.

Antonello Paciolla: Forse come inizio sarà un po’ faticoso, ma dobbiamo partire dalla storia, dalla storia dell’Ucraina. Solo conoscendo le complesse vicende della regione, soprattutto quelle del Novecento, possiamo comprendere la crisi in Crimea. Ne abbiamo parlato con Sergio Romano, storico, editorialista del Corriere della Sera ed ex ambasciatore italiano a Mosca

SERVIZIO ROMANO, PANORAMA STORICO……………………………………………2

Ma passiamo dalla storia all’attualità, a questa crisi che ha scosso le coscienze del mondo. Come nasce? Michele Raviart che assieme ai suoi colleghi Carlotta Balena e Luca Serafini lo ha chiesto a Lucio Caracciolo

Michele Raviart: abbiamo chiesto a Lucio Caracciolo, direttore di Limes, la più conosciuta rivista di geopolitica in Italia, quali siano stati i passaggi di questa crisi, del perché si è evoluta e cosa ci ha lasciato.

SERVIZIO CARACCIOLO, TAPPE RIVOLUZIONE…………………………………………3

Il protagonista di tutta questa crisi è uno solo: Putin. Nicole Di Giulio e Nicola Mechelli ne hanno fatto un ritratto per noi.

Nicole Di Giulio: il protagonista delle crisi ucraina è il presidente russo Vladimir Putin. Ha coniato la sua immagine in modo da conquistare il popolo russo, nonostante le proteste non manchino. Non è riuscito a farsi amare in occidente. Una scelta forse, voluta? Diversamente di Barack Obama che con il suo sorriso e i suoi discorsi piace a tutti. Un idealismo mediatico, quello di Obama, che ha conquistato il mondo, dagli Usa all’America Latina, dall’Africa all’Asia.
Io e Nicola Mechelli ne abbiamo fatto un ritratto, la sua storia e i suoi lati oscuri visti attraverso i nostri occhi

SERVIZIO PUTIN..…………………………………………………………………………4

È proprio così che entriamo nel vivo del dibattito, che prima di tutto contrappone gli Stati Uniti alla Russia, che contrappone tesi geopolitiche e scelte economiche.
Edward Nicolae Luttwak, economista, politologo e saggista conosciuto per le sue pubblicazioni sulla strategia militare e politica estera E Giulietto Chiesa, un giornalista della Stampa che ha lavorato in Russia per anni. Oggi si occupa di complotti e controinformazione.
Il rosso e il nero, senza nessun riferimento politico, sono stati intervistati da Lorenzo Grighi e Antonello Paciolla

Lorenzo Grighi: Qual è il vero piano della Russia? E’ davvero quello di annettere tutta l’Ucraina, come si ripete tra i media occidentali? Edward Luttwak e Giulietto Chiesa danno una lettura della situazione molto diversa tra loro…

SERVIZIO LUTTWAK- CHIESA………………………………………………………………5

Contro Putin non c’è un leader. C’è l’Europa, ma soprattutto la rivoluzione. Chi sa davvero cosa è avvenuto in Piazza. È importante a questo punto presentare il diario di un fotogiornalista che ha seguito la rivolta. Ci racconta una storia, delle storie, che nessuno ha raccontato. Per noi lo ha intervistato Laura Aguzzi

Laura Aguzzi e Carlo Freccero: Tu che conosci Jacob, un tuo amico, raccontaci come ha seguito la rivoluzione, cosa ha visto

Laura Aguzzi: Jacob Balzani Lööv è un fotogiornalista e uno scrittore, ed ha avuto modo di fare qualcosa che non si fa più nel giornalismo odierno. Lo sappiamo, inviati e corrispondenti costano, non c’è spazio per l’approfondimento e l’esperienza umana. Si arriva in un posto e si fa una cronaca sulla base di ciò che si può osservare nei pochi giorni, a volte nelle poche ore di permanenza. Ecco Jacob ha avuto modo di seguire la rivoluzione ucraina dall’inizio, fin dal suo incipit, vivendo fianco a fianco con i suoi protagonisti. In quest’intervista, realizzata il 28 marzo da piazza Maidan, ci racconta cosa ha visto e che impressione ha ora di un paese sull’orlo di una guerra civile.

SERVIZIO FOTOGIORNALISTA………………………………………………………………6

Un vera e propria guerra, raccontata dai media. Ed è da qui che parte il nostro approfondimento. Ma quale è stato il loro ruolo in Ucraina?

Michele Raviart: Ogni guerra è anche una guerra di informazione, come ci ha spiegato Lucio Caracciolo.

SERVIZIO CARACCIOLO, MEDIA……………………………………………………………7

Parliamo appunto di media, di media italiani. Vediamo i nostri media italiani. Soprattutto la tv italiana. Ha vissuto l’inizio della crisi quando in Italia stava cambiando il Governo. Inizialmente l’Ucraina è stata complementare, di sfondo alla politica di palazzo.
Lucina Paternesi e Alessia Marzi hanno analizzato come i telegiornali ha trattato la rivoluzione

Lucina Paternesi: Sui media italiani negli ultimi mesi è andata in onda la telenovela di Kiev. Ma che cosa è accaduto veramente a piazza Maidan e in tutta l’Ucraina forse i teleascoltatori italiani non lo capiranno mai. E probabilmente perché gli stessi media italiani non l’hanno mai capito .
E’ il 21 novembre quando scoppia la protesta a piazza Maidan, e inizialmente in Italia solo il Tg La7 percepisce che in Ucraina sta accadendo qualcosa. Gli altri telegiornali nazionali, nell’edizione della sera, se ne interesseranno solo qualche settimana dopo, quando iniziano a cadere i simboli del potere russo sull’intera regione.
Poi ancora, a natale viene brutalmente picchiata una giornalista filo europeista. Saranno solo il Tg 3 e il Tg La 7 a raccontarci di Tetiana Chornovol.
A febbraio Kiev è teatro di una brutale guerra civile: ma nessuno in Italia spiega chi muore in piazza Indipendenza. Chi sono, cosa vogliono, perché continuano a presidiare i palazzi del potere e si lasciano uccidere. A scorrere i vari titoli dei principali tg a parlare sembra un’unica voce. Con qualche, rara e preziosa eccezione.
Poi l’atto di forza, il referendum e la Crimea che torna ad essere russa. Tutti i telegiornali in prima fila a dare spazio alle reazioni di Obama, Nato e Unione Europea: siamo pronti a reagire, la Russia incorrerà in sanzioni, la paura di rimanere a corto di gas mascherano in realtà la totale assenza di forza delle istituzioni europee e della nato di fronte a un dato di fatto. Putin, ha vinto.

SERVIZIO TG ………………………………………………………………………………8

Ma c’è anche chi ha trattato l’Ucraina in modo diverso, offrendo un altro punto di vista. Ne hanno avuto esperienza Caterina Villa e Michela Mancini.

Caterina Villa: Il racconto fatto dai media televisivi italiani è stato superficiale e univoco, tuttavia ci sono delle eccezioni. La più lampante è il lavoro di Lucia Goracci. A differenza delle testate generaliste, l’inviata di Rainews24 non si è fermata al mero racconto dei fatti di cronaca, è riuscita, invece ad entrare in profondità, nel tessuto quindi, della società civile che ha vissuto il conflitto in Crimea. Un servizio trasmesso il 20 marzo ne è la prova. La Goracci ha deciso di portare lo spettatore dentro una scuola di musica a Sinferopoli. Un posto “altro”, dove bambini ucraini, tatari, russi continuano a convivere quotidianamente nonostante tutto. Il servizio offre un punto di vista completamente diverso, capace di far comprendere a chi guarda la complessità di quei giorni, ben oltre la narrazione del conflitto, la Goracci racconta gli essere umani.

SERVIZIO LUCIA GORACCI ………………………………………………………………9

Michela Mancini: Quello che abbiamo imparato chiacchierando con Lucia è che per fare davvero bene il mestiere di inviato bisogna quanto più possibile scomparire dietro i fatti per lasciare parlare le immagini. Nel giornalismo televisivo devi lavorare a togliere. Scegliere una porzione di realtà e lasciarla vivere davanti la telecamera. Senza aggiungere commenti.

Dall’Italia all’estero. Abbiamo avuto un assaggio di come si sia comportata l’informazione italiana, ora invece cerchiamo di capire come la tv straniera ha scelto di coprire l’evento. Manlio Grossi e Giulia Sabella hanno analizzato per giorni le reti russe e quelle americane.

Manlio Grossi: Quello in Ucraina è stato anche uno scontro mediatico. Due delle maggiori potenze mondiali, Stati Uniti e Russia, hanno degli interessi su questo territorio e per loro è importante riuscire a portare dalla propria parte l’opinione pubblica nazionale e internazionale.
Putin, come hanno dimostrato anche le olimpiadi invernali di Sochi, vuole dare l’immagine di una grande Russia, mentre gli Stati Uniti, dal canto loro, si ergono a difensori della democrazia e dei popoli oppressi.
Non stupisce quindi che guardando i Tg russi e statunitensi ci si trovi di fronte a scenari molto diversi.

SERVIZIO MEDIA STRANIERI……………………………………………………………10

Giulia Sabella: La differenza tra informazione e propaganda non è sempre ben definita e la stessa indipendenza dei giornalisti è in dubbio

Dissenso e propaganda, Affrontiamo due casi particolari che sono l’emblema di uno scontro mediatico che non si gioca solo sulle notizie. Sentiamo Sophie Tavernese, che con Laura Aguzzi ha approfondito alcuni particolarissimi fatti di cronaca: ad esempio quello di una giornalista che si dimette in diretta perché non condivide come la propria testata ha scelto di parlare dell’Ucraina.

Sophie Tavernese: Uno scontro mediatico in cui le strumentalizzazioni non hanno riguardato solo le notizie. Gli stessi programmi televisivi sono stati usati da giornalisti americani e russi per sostenere le loro posizioni o forse anche solo per avere più visibilità.

SERVIZIO DIMISSIONI………………………………………………………………………11

Michele Raviart: Toni da guerra fredda quelli utilizzati per parlare di Ucraina. E c’è chi parla addirittura di un vero e proprio ritorno alla guerra fredda. Ma è veramente così? Lo abbiamo chiesto a Lucio Caracciolo

SERVIZIO CARACCIOLO, RAPPORTI AMERICA USA …………………………………12

America e Russia, rapporti da sempre complessi che nascondono aspetti prettamente economici. È proprio di economia che ora parleremo, di ciò che ha contribuito a far esplodere il caso dell’Ucraina.
Abbiamo preparato un focus che va oltre la schiuma dell’informazione. Alessandro Orfei e Antonella Spinelli lo hanno fatto per noi

Alessandro Orfei: Sullo sfondo della crisi in Ucraina un grande gioco di interessi economici. Dall’Ucraina infatti passa gran parte del gas russo diretto in Europa e l’annessione della Crimea alla Russia potrebbe addirittura far cambiare il percorso del gasdotto Southstream. Ma in questo gioco ci sono anche gli Stati Uniti, che non vedono bene il Southstream perché puntano a sostituirsi alla Russia come fornitore di gas per l’Europa attraverso lo shale gas. Un gas che si ottiene dalla frantumazione di argille. Il tutto a partire dai prossimi anni. Infatti al momento l’estrazione di questo gas è impegnativa, richiede trattamenti altamente inquinanti.
Vediamo il servizio

SERVIZIO ECONOMIA, GASDOTTI ……………………………………………………13

Non solo gas. L’economia ucraina è fatta di rapporti complessi, in bilico tra le dinamiche economiche europee e quelle russe

Antonello Paciolla: Sì, le differenze tra Ucraina orientale e Ucraina occidentale, infatti, non sono solo etniche e culturali, ma anche economiche. Sentiamo ancora Sergio Romano

SERVIZIO ROMANO, ECONOMIA UCRAINA…………………………………………14

I rapporti economici di cui abbiamo parlato, vengono ridotti a punti di vista a dir poco manichei, dai nostri due commentatori, Edward Nicolae Luttwak e Giulietto Chiesa. Valutazioni opposte e inconciliabili che non posso far altro che far riflettere.

Lorenzo Grighi: Il gas sembra essere, secondo molti, il vero ago della bilancia nel confronto tra Russia e Stati Uniti. Ma per capire meglio come stanno le cose sentiamo il parere dei nostri esperti Luttwak e Chiesa

SERVIZIO LUTTWAK- CHIESA, GASDOTTI…………………………………………15

Davanti a questa complessità di tesi e interpretazioni, vediamo come si è comportato il web: Cecilia Bacci e Alessandra Borella hanno analizzato ciò che la rete ha offerto, e hanno scelto di occuparsi di fact checking.

Cecilia Bacci: fra i tanti siti che abbiamo esaminato abbiamo fatto una scelta particolare. Di raccontare l’analisi di chi si è sentito attaccato da un informazione di propaganda.
Introduce “Stopfake” spiegando che cos’è e come funziona (clip del sito)

Alessandra Borella: “Chi c’è dietro Stopfake? Chi sono? Innanzitutto giornalisti, una community di ex studenti della scuola di giornalismo di Kiev. Sono 15 e fanno di tutto, in un settimana milioni di visualizzazioni

CLIP YOUTUBE STOPFAKENEWS………………………………………………………16

Lancia una clip di Youtube di 15″ (le Stopfakenews) lo schermo va in freeze sul volto di Margo (tutto in post-produzione)

Alessandra Borella: Queste le news che hanno caricato questi ragazzi. Sulla sinistra vedete Margo Gontar, 25 anni, una dei confondatori del sito. La abbiamo intervistata, sentiamo dalla sua voce cosa pensa della crisi in Crimea.

Clip audio intervista Margo con voce originale e traduzione in italiano di Alessandra (1 minuto, in post produzione, sullo schermo andrà il parlato in typewriting)

INTERVISTA MARGO, DOPPIATA DA ALESSANDRA…………………………………17

Alessandra Borella: Ecco chi sono e che cos’è Stopfake. Sono giovani patriottici, sono giornalisti ma anche cittadini ucraini. Sono forse troppo coinvolti? Vediamo i cittadini come hanno usato il web e i social

Cecilia Bacci: Anche i cittadini hanno raccontato la protesta sul web. Il problema, per i giornalisti che utilizzano questi materiali, è la verifica delle fonti

SERVIZIO DIRETTE STREMING…………………………………………………………18

Il web è la moltitudine dei punti di vista, è polifonico. Ma è anche controinformazione. Sentiamo perché con Antonio Bonanata.

Antonio Bonanata: “Le marionette di Maidan”: è questo il titolo del video, postato su Youtube e ritwittato dal portavoce del primo ministro russo, che riproduce l’audio di una conversazione telefonica avvenuta a fine gennaio tra Victoria Nuland, ambasciatrice degli Stati Uniti con delega ai rapporti europei, e Geoffrey Pyatt, rappresentante del governo di Washington a Kiev.

Un’intercettazione da “guerra fredda” nel bel mezzo della crisi Ucraina, che ha messo in forte imbarazzo l’amministrazione Obama. Sentiamo perché …

VIDEO AUDIO NULAND……………………………………………………………………19

Antonio Bonanata: In poche ore questo scoop ha fatto il giro della rete provocando un incidente diplomatico, l’ennesimo, tra la Germania e gli Stati Uniti. La cancelleria Merkel, infatti, ha definito “assolutamente inaccettabili” le parole dell’ambasciatrice statunitense. Immediate le scuse a tutti i principali leader europei.

Ma chi sono i protagonisti del video e cosa ci suggeriscono? Victoria Nuland dice di aver parlato con Geoffrey Feltman, sottosegretario Onu agli affari politici, per fare in modo che siano le Nazioni Unite a risolvere la crisi. Hanno pensato per questo a un inviato speciale, l’ambasciatore Robert Serry. Nelle intenzioni degli Usa, infatti, ci sarebbe un piano di pacificazione del paese, con cui bypassare Bruxelles.
Il “Fuck the Eu” esprime benissimo il consueto stile con cui gli Stati Uniti sono soliti trattare le crisi straniere. Come se fossimo davvero ai tempi della Guerra Fredda: America e Russia giocano i ruoli principali e l’Europa è relegata a semplice comprimario.

Un esempio di come L’Europa in questo caso non abbia dimostrato spessore. Di fatto sono gli Usa a contrapporsi alla Russia. Anche in questo caso il web è luogo di complotti, di indiscrezioni, valutazioni geopolitiche

Federico Frigeri: Una notizia che ha iniziato a circolare negli ultimi giorni – dapprima un po’ ai margini del web e poi via via ripresa da numerosi blog e siti di controinformazione – prefigura uno scenario da conflitto finanziario con la nascita di una nuova moneta, come risultato di un asse sino-russo per marginalizzare il dollaro. L’avvicinamento tra le due potenze si è già registrato negli ultimi mesi per motivi energetici – la Russia è ricca di materie prime e bisognosa di soldi, l’esatto contrario della Cina.
Quello che il web arriva ad ipotizzare è un nuovo ordine valutario, una riedizione in salsa asiatica del gold standard system, che potrebbe essere allargato anche all’India (anche è una storica alleata degli USA). Tre monete – yuan, rupia e rublo – quest’ultimo lo ricordiamo ad oggi è precipitato ai minimi storici con una contrazione del 10% sul dollaro – sarebbero pronte a coalizzarsi per mettere in discussione l’egemonia statunitense. Questa notizia, di cui non c’è traccia nei siti italiani, è vista con molto scetticismo dall’informazione ufficiale, può essere falsa, ma sicuramente muove da alcuni elementi che sono sotto gli occhi di tutti. Primo: le sanzioni contro la Russia e la decisioni di compagnie come visa e mastercard di sospendere i servizi ai clienti di alcune banche russe. Poi la decisione delle tre principali agenzie di rating di declassare il debito russo, primo tassello di una guerra economica. Infine l’accordo proprio di questa settimana della Banca popolare di Cina con la Bundesbank per regolare le transazioni solo in yuan ed euro. Insomma, mai come oggi Russia e Cina sono state vicine. Insieme, contro l’odiato dollaro

Polifonia, moltitudine, controinformazione e scenari futuri. È evidente come su internet non ci siano regole, la chiave stia nella competenza dell’internauta. Il giornalista, ora più che mai, è il mediatore essenziale tra questa vastità di informazioni e il pubblico che vuole capire cosa gli accade intorno

Partiamo da qui, e andiamo a vedere come si è comportata la carta stampata attraverso gli occhi di due inviati.

Edoardo Cozza: Daniele Raineri, esperto di esteri del Foglio, è stato inviato in Ucraina. Ha deciso di partire per andare a verificare sul campo se le notizie riportate da blog e siti di controinformazione fossero reali. Ha scoperto, invece, che quanto stava accadendo spesso era difforme. E sulla professionalità dei giornalisti esteri, Raineri conferma che fuori dall’Italia sono richiesti uno standard alto e precisione: regole semplici, ma che in Italia i suoi colleghi faticano a seguire

SERVIZIO COZZA, INTERVISTA RAINERI…………………………………………20

Valentina Rossini invece ha intervistato per noi un altro giornalista, inviato a Kiev per la sua testata

Valentina Rossini: parlando con Alessandro Farruggia, inviato in Ucraina per QN, ho rilevato come la stampa italiana abbia sposato una causa ben precisa, quella filoeuropea. Anche e soprattutto alla vigilia del referendum in Crimea

SERVIZIO ROSSINI, INTERVISTA FARRUGGIA…………………………………………21

Apriamo proprio qui una parentesi sulla Crimea, e sul referendum. Un fatto di cronaca che ha aperto un grande dibattito. È Una forma di annessione o espressione di volontà popolare, di autodeterminazione dei popoli?
In pochi hanno cercate di dare delle risposte facendo riferimento al referendum del Kosovo, che di fatto, al livello di diritto internazionale, ha creato un precedente in grado di legittimare ciò che è accaduto in Crime
Abbiamo sentito Gregory Alegi, docente di storia americana della Luiss, che apre questo parallelismo tra il referendum del Kosovo e quello in Crimea.

Su questo argomento si sono schierati anche Edward Nicolae Luttwak e Giulietto Chiesa

Lorenzo Grighi: Il Kosovo si rese indipendente dalla Serbia con una risoluzione votata dal parlamento provvisorio nel febbraio 2008. In quel caso l’indipendenza venne riconosciuta da gran parte della comunità internazionale. Il caso della Crimea può essere comparabile? Lo abbiamo chiesto a Gregory Alegi, professore di Storia americana alla Luiss, e ai nostri due esperti Luttwak e Chiesa.

SERVIZIO GREGORY ALEGI………………………………………………………………22

SERVIZIO LUTTWAK CHIESA, KOSOVO ………..……………………………………23

Apriamo l’ultimo capitolo di questa puntata, tutto dedicato alle ideologie. Questo referendum, come tutta la rivoluzione, pone un quesito. Stanno davvero tornando alla ribalta i nazionalismi? Le grandi teorie del 900? Quella che da molti è già considerata archeologia della storia, non lo è.
C’è un nazionalismo russo, un ritorno alle tesi naziste da parte di alcuni gruppi ucraini che mette in allarme, e che va sicuramente approfondito.
Questa crisi fa precipitare la storia non nel 2020, ma nel ‘900. Stiamo davvero precipitando di nuovo in un braccio di ferro tra estremismi? Lo abbiamo chiesto ai nostri esperti, Lucio Caracciolo e Sergio Romano

SERVIZO CARACCIOLO …………………………………………………………………24

SERVIZIO ROMANO ………………………………………………………………………25

Sentiamo chi si è occupato proprio di nazionalismo in Ucraina. Luca Serafini Edoardo Cozza e Giuseppe di Matteo hanno cercato di capire chi si è infiltrato nel movimento di protesta di Piazza Maidan. Un lato della rivoluzione, questo, che l’informazione generalista non ha trattato come avrebbe dovuto.

Giuseppe Di Matteo: partiamo dall’inizio: gli ucraini scendono in piazza a contestare e in poco tempo la rivolta sfugge di mano. Chi sono stati i veri protagonisti della protesta contro Yanukovich? Spesso gli organi d’informazione non hanno approfondito un aspetto che poi si è rivelato tutt’altro che marginale: le infiltrazioni degli ultranazionalisti. Nel servizio curato con Edoardo Cozza e Luca Serafini abbiamo cercato di capirne qualcosa di più

SERVIZIO NEONAZISTI………………………………………………………………………26

Siamo quasi al termine di questa nostra puntata, ma abbiamo voluto dare spazio a un’interpretazione di Edward Nicolae Luttwak che descrivendo il carattere storico e sociologico del popolo russo è riuscito a sintetizzare in una battuta i sentimenti di un popolo eternamente combattuto tra sogni imperialistici e imperativi dettati dalla modernità

SERVIZIO LUTTWAK……………………………………………………………………27

Anna Karenina e Gengis Khan, come ha detto Luttwak. L’attualità si intreccia con la storia in un legame indissolubile. La letteratura invece, come in questo caso, può aiutarci a comprendere il mondo in cui viviamo.
Come in ogni grande narrazione che si rispetti, abbiamo abbandonato il nostro punto di partenza per andare ad esplorare l’economia, la cronaca, la geopolitica, per capire come veniamo informati. Ora vogliamo tornare al nostro punto di partenza, la storia. La storia che passa per le opere e la vita di due grandi scrittori di origine ucraina, ma di fatto patrimonio della cultura russa.

Antonio Bonanata: ho cercato di far capire che anche la cultura è oggetto di manipolazione. Gogol e Bulgakov sono due scrittori nati in Ucraina, ma che, di fatto, fanno parte del patrimonio culturale russo

SERVIZIO CULTURA………………………………………………………………………27

Abbiamo visto come i media hanno raccontato quello che è accaduto e che sta accadendo in Ucraina. Ma come hanno vissuto questi eventi i diretti interessati?

Giulia Sabella: Abbiamo qui con noi degli ospiti: Lara e Lyudnyla sono nate in Ucraina e hanno lasciato il proprio Paese più di dieci anni fa per venire a lavorare qui in Italia. Meroslava e Svitlana invece sono due ragazze giovani, stanno ancora studiando. Anche loro sono nate in Ucraina ma sono cresciute qui a Perugia.
Alessandra Borella: noi le abbiamo incontrate nella loro vita quotidiana, qui a Perugia.

VIDEO PRESENTAZIONE UCRAINE……………………………………………………28

Dibattito con gli ospiti in studio

DOMANDE:
Come avete saputo della crisi in Ucraina?
Quello che leggete sui giornali e vedete in tv è in linea con quanto vi raccontano gli amici e i parenti rimasti in Ucraina?
Dove cercate le notizie? Quali tg? Quali giornali? Quali siti internet? Ma chi ha espresso al meglio ciò che è accaduto in Ucraina?

DIBATTITO

Conclusione di Carlo Freccero

CHIUSURA PUNTATA E SIGLA