A scuola di Fiction: “come narrare una storia perché il mondo la ascolti”

di Lorenzo Grighi

hutzler

Laurie Hutzler durante una lezione del master

Romanzo criminale, Gomorra, 1992. Serie che hanno cambiato il modo di guardare, e di pensare, alla televisione italiana.

Prodotti di eccellenza, esportati anche all’estero, a dimostrazione che fare fiction di qualità è possibile anche in Italia.

Ma per scrivere sceneggiature di quel calibro non basta il talento: è necessario studiare, esercitarsi, correggere, cancellare e ricominciare da capo. Tanto meglio se nel farlo si è accompagnati da chi quel lavoro lo fa da una vita, da chi conosce tutti i trucchi del mestiere.

Per questo il Centro di Formazione di Perugia ha organizzato il primo Master di scrittura seriale di fiction, in collaborazione con Rai-Radiotelevisione Italiana/Direzione Rai Fiction, con il sostegno di ASFOR Cinema, Associazione Produttori televisivi (APT) e BNL Gruppo BNP Paribas.

Un corso di quattro mesi in cui sedici ragazzi in arrivo da tutta Italia si confrontano, spesso anche duramente, con le difficoltà della scrittura seriale. Un tipo di scrittura, come spiegano gli stessi docenti del Master, che è molto diversa da quella di un romanzo.

libro_buster

L’ultimo libro di Bobette Buster

Occorre tenere bene a mente tutti gli elementi che sono propri della serialità, gli aspetti che si devono ripetere, la caratterizzazione dei personaggi, il modo in cui tenere sempre viva l’attenzione dello spettatore.

Un lavoro che i ragazzi stanno affrontando insieme a professionisti in materia, come Stefano Bises, Ivan Cotroneo, Giancarlo De Cataldo, Nicola Lusuardi, Andrea Purgatori, ma anche con sceneggiatori provenienti da Hollywood e dall’Inghilterra: Bobette Buster, Laurie Hutzler e Serena Cullen.

Family, drama, comedy, crime, melò: uno sguardo a tutto tondo sul mondo delle serie Tv, dallo studio teorico (con quelle che hanno fatto scuola, su tutte Breaking Bad) all’applicazione pratica.

Quella formazione pratica che è poi il vero obiettivo del corso. Al termine del Master ciascuno dei gruppi in cui si sono divisi i ragazzi (alcuni da quattro, altri da due componenti) dovranno infatti presentare la puntata pilota di una nuova serie da loro ideata.

Progetto non semplice, che sta assorbendo le energie fisiche e mentali dei partecipanti, che tra una lezione e l’altra, tra un docente e l’altro, approfittano delle pause per confrontarsi sull’ultima idea, sull’ultima intuizione che potrebbe rendere la propria serie migliore delle altre.

Lavoro che peraltro non finisce al termine delle 8 ore di lavoro quotidiano: gli stessi ragazzi raccontano di lunghe serate e nottate trascorse a discutere, alcune volte anche in maniera animata, per raccogliere gli spunti migliori di tutti e metterli nero su bianco. Ciascuno dice di aver colto alcuni insegnamenti fondamentali dai diversi docenti che si sono alternati, e si dicono entusiasti dell’esperienza che stanno maturando.

Sedici ragazzi “chiusi” all’interno di una villa per essere addestrati a diventare scrittori seriali. Un po’ Grande Fratello, un po’ Agata Christie. Chissà, magari qualcuno sta già pensando di farci una serie Tv.